El Hierro, patrimonio dell’Unesco, perché dichiarata riserva della biosfera, è un’isola che nacque dall’accumulo della lava delle eruzioni vulcaniche, 500 dei quali ancora insistono sul territorio.

Nel 150 d. C. il geografo greco Tolomeo collocò attraverso quest’isola il meridiano zero che segnava la fine del mondo conosciuto.

I primi abitatori furono i Bimbache, originari del Nord Africa, che la chiamarono Hero o Esero.

I graffiti (petroglifi a motivi geometrici) rinvenuti sulle pareti delle rocce nelle grotte usate come abitazioni, più numerose nella zona di El Jualan, raccontano di gente rispettosa della natura, dedita all’agricoltura, alla caccia e alla pesca.

Esisteva un mercato interno. La terra e le altre risorse, probabilmente venivano equamente divise. Lo sbarco dei Conquistadores nel XXV secolo, portò alla popolazione malattie e deportazioni come schiavi.

Alcuni di essi rimasero nell’isola e col tempo si amalgamarono con i nativi superstiti che introdussero un tipo di società feudale.

Parallelamente all’incremento della popolazione si ebbe la distruzione di parti della flora locale per rendere quel terreno coltivabile.

Nel 1700 diventò celebre per le proprietà curative delle sue acque.

L’esodo degli abitanti di El Hierro iniziò nel ventesimo secolo. Alcuni hanno fatto ritorno grazie alla ripresa economica basata sulla produzione di formaggi, coltivazione di frutta, allevamento e turismo, ma molti, anche ora, sono costretti a lasciare l’isola per carenza di opportunità lavorative, limitate anche dalla tutela del 60 % del territorio perché protetto.

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